Semestre Filtro 2025: tra riforme e critiche, le proposte della Bernini per correggere il sistema

19 dicembre 2025

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Indice dell'articolo

Introduzione

Ingresso a Medicina: cosa è cambiato quest'anno

Le dichiarazioni della Ministra Bernini

Graduatoria nazionale: come funzionerà e quando sarà pubblicata

Debiti formativi: recupero negli atenei

Semestre Filtro: le modifiche in arrivo

La reazione degli studenti

Un bivio per l'accesso a Medicina

Introduzione

Nel 2025 il sistema di accesso alle facoltà di Medicina in Italia ha vissuto una delle sue trasformazioni più importanti negli ultimi anni: l'abolizione dei classici test di ingresso e l'introduzione del Semestre Filtro. Tuttavia, il sistema non si è rivelato efficace e ha messo in evidenza numerose criticità che hanno acceso un forte dibattito tra gli studenti universitari e le istituzioni.

Ingresso a Medicina: cosa è cambiato quest'anno

La riforma ha previsto l'abolizione del tradizionale test d'ingresso, introducendo una nuova tipologia di accesso che si basa su un semestre di corsi obbligatori, con esami di chimica, biologia e fisica. Per assicurarsi un posto nella graduatoria nazionale, gli studenti devono superare tutti e tre i test, con un punteggio minimo di 18.

Questa novità aveva come obiettivo quello di valutare non solo la capacità di rispondere ai quiz, ma di premiare chi mostrasse competenze reali, impegno e progressi formativi.

Tuttavia, i risultati del primo appello mostrano che solo il 10-15% degli studenti ha superato con successo tutte e tre le prove, con il rischio concreto di lasciare molti posti vuoti nelle facoltà.

Le dichiarazioni della Ministra Bernini

A seguito delle numerose contestazioni e dei risultati molto sotto le aspettative, la Ministra Bernini è intervenuta pubblicamente, sostenendo che la riforma non è fallimentare, ma che si tratta di un sistema che va migliorato e corretto alla luce degli esiti del primo anno di applicazione.

La Ministra ha inoltre sottolineato la volontà di non tornare ai test di ingresso "tradizionali": secondo il Ministero, infatti, la riforma manterrà i suoi principi fondamentali e l'obiettivo di valorizzare la formazione, e non la semplice selezione basata sui quiz.

Graduatoria nazionale: come funzionerà e quando sarà pubblicata

Un ulteriore elemento chiarito dal Ministero riguarda le tempistiche della graduatoria nazionale. Secondo quanto annunciato dalla Ministra Bernini, la graduatoria definitiva per l'accesso ai corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sarà pubblicata entro il 12 gennaio 2026, dopo i due appelli nazionali d'esame (20 novembre e 10 dicembre).

La graduatoria non sarà rigida, ma terrà conto delle diverse combinazioni di risultati ottenuti dagli studenti. Saranno quindi presenti:

  • studenti che hanno superato tutte e tre le prove
  • studenti con uno o più esami insufficienti

L'obiettivo è quello di evitare esclusioni automatiche e consentire una valutazione più flessibile del percorso svolto durante il Semestre Filtro.

Gli studenti che non hanno superato tutti e tre i test, potranno recuperare le materie insufficienti, presumibilmente a febbraio, attraverso esami organizzati dai singoli atenei. L’elenco definitivo degli studenti ammessi sarà chiuso entro il 28 febbraio, includendo sia chi avrà ottenuto voti sufficienti sia chi avrà sanato i debiti formativi nella propria sede universitaria.

La Ministra Bernini ha inoltre garantito che nessuno perderà l’anno accademico: grazie all’iscrizione parallela a corsi affini come Biotecnologie o Infermieristica, tutti gli studenti avranno comunque un’opportunità di proseguire il proprio percorso universitario.

Debiti formativi: recupero negli atenei

Una delle principali novità riguarda proprio la gestione dei debiti formativi. Gli studenti che non supereranno uno o più esami del semestre filtro potranno comunque accedere alla graduatoria, a condizione di recuperare i crediti mancanti direttamente presso l’università di destinazione. Il recupero non avverrà più tramite prove nazionali, ma attraverso esami organizzati dai singoli atenei, con modalità e calendari autonomi, presumibilmente a partire da febbraio. La Ministra ha ribadito che nessuno studente perderà l’anno accademico, poiché i crediti acquisiti durante il semestre filtro resteranno validi, anche in caso di riorientamento verso altri corsi di laurea.

Semestre Filtro: le modifiche in arrivo

Per salvare la "reputazione" del nuovo sistema, la Ministra Bernini ha proposto una serie di modifiche da introdurre già a partire dal prossimo anno accademico:

  • Riduzione dei programmi di esame, per renderli più coerenti con le tempistiche di preparazione e i contenuti del Semestre Filtro.
  • Estensione della durata dei corsi e maggiore spazio didattico, dando agli studenti più tempo per preparare gli esami
  • Ampliare i tempi tra la fine delle lezioni e gli appelli d'esame, per diminuire lo stress e garantire una preparazione migliore

In parallelo, il Ministero sta lavorando a un decreto che potrebbe modificare i requisiti di accesso alla graduatoria di Medicina, ad esempio permettendo di accedere anche a studenti che non abbiano superato tutti gli esami del Semestre Filtro purché recuperino tutti i crediti mancanti.

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La reazione degli studenti

La proposta di modifiche non ha tuttavia placato le critiche da parte del mondo studentesco. Le principali sigle universitarie, come l’Unione degli Universitari (Udu), hanno sottolineato come la riforma stia causando ansia, stress e perdita di tempo formativo, e chiedono cambiamenti più profondi, arrivando a definire il semestre filtro una soluzione inefficace e penalizzante.

Secondo i critici, oltre alle difficoltà attuali, la riforma non affronterebbe i problemi strutturali del sistema universitario italiano e rischierebbe di lasciare molti studenti in una situazione di incertezza prolungata, con ripercussioni sul loro percorso accademico e professionale futuro.

Un bivio per l'accesso a Medicina

La riforma dell’accesso alle facoltà di Medicina rappresenta un punto cruciale per il futuro dell’università italiana e per la formazione dei futuri medici. Se da un lato l’abolizione dei test tradizionali vuole favorire un percorso più formativo e meno selettivo a priori, dall’altro le difficoltà pratiche emerse quest’anno hanno messo in luce la necessità di migliorare il sistema in funzione dei bisogni reali degli studenti.

La sfida per il Ministero ora è trovare un equilibrio tra equità, qualità formativa e sostenibilità operativa, mantenendo il focus sullo sviluppo delle competenze degli studenti senza sacrificare la trasparenza e l’efficacia del processo di ammissione.